Saja in mezzo ai giganti del tennis in carrozzina (e non solo): a Biot vince un match e incontra Tyson

Brescia – Superare un turno nel torneo più importante mai giocato in carriera? Fatto. Incontrare una delle leggende globali dello sport come Mike Tyson e strappargli un selfie e una pacca sulla spalla? Pure. Ad Alberto Saja è successo tutto nell’arco di un paio di giorni, in occasione della sua partecipazione al French Riviera Open di Biot, nell’accademia in Costa Azzurra (Francia) di Patrick Mouratoglou, uno degli allenatori più celebri al mondo. È stato lui, insieme all’ex giocatore francese Michaël Jérémiasz, a ideare l’evento Itf di categoria Super Series (sono solo cinque al mondo, e in ordine di importanza vengono immediatamente dopo i 4 appuntamenti del Grande Slam) e a volere un tabellone della categoria Quad a 24 partecipanti, nei quali ha trovato posto anche il bresciano di Active Sport. Un’opportunità che Saja – reduce da due titoli Futures consecutivi ad Alghero – ha saputo sfruttare a meraviglia, debuttando con un successo per 6-2 6-1 contro il tedesco Marcus Laudan, n.18 del mondo. “Ero fiducioso – dice – perché l’avevo già battuto a marzo in Turchia (nelle qualificazioni mondiali con l’Italia, ndr), ma è pur sempre un giocatore da primi 20 al mondo. Nonostante lo stop per pioggia sul 3-0 per me, e l’obbligo di spostarci da outdoor a indoor, ho gestito bene la situazione, vincendo un bel match”. Al secondo turno, poi, il 49enne bresciano di Villanuova sul Clisi si è arreso per 6-0 6-2 all’olandese Sam Schroder, n.2 del mondo e reduce dalla finale al Roland Garros. “Nel primo set – continua – ho fatto davvero fatica a contrastare il suo tennis mancino: ha una palla pesante, molto carica di rotazione, così ho raccolto poco. Ma nel secondo è andata meglio: ho vinto un paio di game e fatto qualche bel punto. Nel complesso sono soddisfatto”.

Ottima anche l’esperienza in doppio: insieme al turco Ahmet Kaplan, Saja ha giocato contro il sudafricano Ramphadi e il britannico Lapthorne, rispettivamente n.4 e 8 del ranking mondiale. “Abbiamo perso 6-3 6-2 – dice ancora – e più di così non potevamo fare. Ma abbiamo raccolto tanti applausi: è stata una bella partita che ha chiuso una splendida esperienza. Sono molto soddisfatto di come è andata e ne esco con grandi motivazioni: vedere da vicino il livello dei migliori è stato di grande stimolo. So di avere ancora parecchi margini di miglioramento, sotto tanti punti di vista, ed esperienze come queste aiutano a crescere. Lavorerò ancora di più”. Ciliegina sulla torta l’incontro con Tyson, sempre più amante del tennis, sport praticato dalla figlia Milan (allieva di Mouratoglou a Biot). “Sapevo che sarebbe arrivato domenica perché ospite alla festa finale – spiega Saja –, ma non immaginavo di poterlo incontrare. Invece eravamo praticamente vicini di stanza: una mattina l’ho incrociato in corridoio in hotel, si è fatto da parte per lasciarmi la precedenza. L’ho ringraziato con un ‘grande Mike’, ha ricambiato dandomi una pacca sulla spalla. Poi, quando l’ho incontrato di nuovo, gli ho chiesto una foto. L’ho anche visto giocare a tennis. Come? Si vede che non ha iniziato ieri, ma con la racchetta rimango meglio io. Anche se a lui – ride – questo non ho avuto il coraggio di dirlo”. Prossimo obiettivo nel mirino di Saja il Camozzi Open – Memorial Cav. Attilio Camozzi, il Futures organizzato da Active Sport, al Tennis Forza e Costanza di Brescia (via Signorini) dal 13 al 16 luglio. Dovrà difendere il titolo del 2022.